Proprio così. L’Abruzzo è una delle regioni d’Italia più selvagge.
Assieme a Claudio e Daniele intraprendiamo un bel weekend in moto verso il centro Italia. In un caldo Sabato di fine Luglio, partiamo dalla nostra pianura Padana lungo una trafficatissima A14. Poco male, penso io, dopo Rimini e Riccione il traffico balneare si diraderà.
Purtroppo poco dopo le località sopra citate, la situazione non cambia o meglio, il traffico in parte si dirada ma a complicare le cose sono i continui cantieri autostradali, senza soluzione di continuità fino all’imbocco della A24 Roma-Teramo. Da qui in poi è una pacchia, anche il caldo torrido che ci ha sempre accompagnati, ci da tregua non appena il tragitto inizia a salire e in lontananza ci appare in tutta la sua imponenza il Gran Sasso di Italia.
Usciamo ad Assergi e da subito, impazienti come siamo, diamo inizio alla salita verso Campo Imperatore. Rispetto a qualche anno addietro, mi trovo ad affrontare questo percorso assieme ad una moltitudine di veicoli a motore e non, tanto che in qualche momento pare di stare sui Passi Dolomitici a Ferragosto, pazienza.
Ci fermiamo svariate volte a catturare i sontuosi paesaggi che ci appaiono dinnanzi. Per Daniele, con la sua fiammante Honda Africa Twin, questa è la prima volta sul Gran Sasso e dalla sua espressione, pare estasiato da quanto gli si presenta e anche assai compiaciuto del suo nuovo acquisto che in questo viaggio avrà modo di testare a fondo.
Raggiungiamo Campo Imperatore ma non la sua sommità. L’ultimo tratto che porta all’albergo è chiuso data la grande affluenza. Indietreggiamo di qualche centinaio di metri dove ci fermiamo a contemplare lo splendore di questo altipiano posto a circa 2.000Mt. sul livello del mare. L’appetito inizia a fare capolino e l’unico modo di rifocillarsi è scendere a valle fino alla località di Fonte Cerreto. Quattro tavoli a bordo strada e via di arrosticini e panini con la porchetta a saziare il nostro appetito.
Un pò appesantiti a dire il vero dal nostro pasto non proprio vegano, torniamo in sella alle nostre moto. La giornata è ancora lunga e nonostante inizi ad affiorare un pò di stanchezza, risaliamo verso Campo Imperatore che avevamo lasciato un ora prima, per godere di altri panorami in prossimità dell’incrocio verso Santo Stefano di Sessanio. Altre foto e video e prima di accomiatarci dal Gran Sasso, puntiamo verso un ristoro posto sull’estremità ad Est dell’altipiano per calmare la nostra sete. Già in lontananza scorgiamo una selva di moto che pare di stare al raduno di Sturgis. Una folla vociante da spiagge romagnole ci lascia un pò sgomenti vista l’amenità dei luoghi.
Ingurgitiamo le nostre bibite e visibilmente cotti, decidiamo di tornare a valle in cerca del nostro Hotel prenotato da casa. A qualche decina di chilometri da Assergi, ci dirigiamo verso il paese di Ornano Grande dove è posto La Locanda del Parco.
Assieme a Claudio pernottammo in questa bella struttura anni addietro ed è incredibile come a distanza di tempo, la stessa, appaia sempre nuova, sempre molto accogliente. Ci rilassiamo sorseggiando un buon aperitivo commentando l’intensa giornata con l’occhio rivolto sempre alle nostre fedeli compagne di viaggio.
L’ottima compagnia degli amici, i luoghi e la comune passione per il mototurismo, fan si che nell’aria si sprigioni una bella atmosfera. Si raccontano esperienze passate in paesi vicini e lontani, aneddoti più o meno divertenti in tanti anni di viaggi in moto. Fantastichiamo su nuovi progetti, nuove mete da raggiungere… facciamolo! Che non restino solo parole.
Tra una parola e l’altra arriva l’ora di cena e anche qui la Locanda del Parco ci sorprende con ottimi piatti. Siamo davvero soddisfatti che la scelta del soggiorno sia caduta su questa struttura, oltretutto a prezzi davvero abbordabili.
L’indomani splende il Sole su Ormano Grande ma alzando lo sguardo verso il Gran Sasso il tempo appare minaccioso con grossi nuvoloni neri carichi di pioggia. Fortunatamente di li a poco la coltre d inubi tende a diradarsi e dopo una bella colazione torniamo finalmente in sella alla nostre tre moto. Honda Africa Twin, BMW R1200GS Adventure LC e una BMW R1150GS ancora in splendida forma.
Dobbiamo risalire verso casa e puntiamo a Nord per la bella strada collinare che da Assergi si collega al Lago di Campotosto. La nostra intenzione è quella di raggiungere Piano Grande e Castelluccio di Norcia dove è in atto la fioritura e proprio per questo ho un brutto presentimento.
Il viaggio è assai piacevole, potendo disegnare le traiettorie su belle strade completamente prive di traffico. Piccola sosta sul Lago e ci troviamo ad attraversare Amatrice. Nell’attraversare il paese, rimago scioccato! Sono passati anni dal terremoto che l’ha colpita ma il centro di Amatrice, è ancora un cumulo di macerie. Ma come è possibile?!?!
Superiamo l’abitato e una volta scollinato, ci troviamo dinnanzi a diverse deviazioni per lavori sulla strada, deviazioni in realtà mal segnalate che, ad un certo punto, ci portano a percorrere qualche chilometro di una strada sempre più dissestata che poi ci troviamo sbarrata. Torniamo sui nostri passi e solo grazie al nostro intuito e non certo alla cartellonistica (demenziale) ritroviamo la retta via.
Al cospetto dei Monti Sibillini, inizia la lunga salita verso Piano Grande. Per me e Claudio non è certo la prima volta ma, dinnanzi al grandioso panorama, che ci si presenta, l’emozione è sempre forte.
Ci fermiamo a bordo strada per foto e video di rito. Il traffico sul lungo rettilineo dell’altipiano è piuttosto intenso ma non è nulla di quello che ci attende di li a poco. Soddisfatti di quanto immortalato, riprendiamo la marcia. Siamo indecisi se rientrare verso Norcia o attraversare tutto l’altipiano, superare Castelluccio di Norcia e svalicare verso Nord Est. Decidiamo per quest’utlima ipotesi di cui mi pentirò amaramente.
Abbiamo percorso poco più di un chilometro e, nemmeno fossimo sulla A14 in pieno Agosto, iniziano i rallentamenti e code!! La stretta sede stradale ci impedisce di superare lunghe file di auto e camper che cercano di parcheggiare. Quelli che riescono a farlo, li vedi tutti con il telefonino per un selfie sulla policroma fioritura. Dopo una ventina di minuti, abbiamo percorso solo qualche chilometro e iniziano i tornanti verso Castelluccio ma siamo di nuovo fermi incolonnati, un delirio!!! Mai più, mi riprometto, raggiungere questo luogo in questo periodo ma oramai siamo in ballo. Fa caldo, sudo copiosamente. Raggiungiamo l’abitato dove alcune persone hanno deciso di parcheggiare l’auto in mezzo alla strada! Qualche vigile e Carabiniere prova a dirigere il traffico ma è un’impresa disperata, non c’è spazio per tutti.
Con molta fatica riusciamo a scollinare, esausti giungiamo in vallata e il primo punto di ristoro è nostro dove ci rifocilliamo prima di tornare in sella e puntare dritti verso casa, stanchi ma assai gratificati.
E stato un viaggio un po particolare… ho sempre raggiunto questi posti meravigliosi senza difficoltà e per difficoltà parlo dell’abbondante traffico di cui non ero abituato , visto che sono sempre venuto in periodi decisamente più tranquilli.
Sempre bellissimi questi posti, ma rovinati dal troppo turismo, nonostante gratificato visivamente, ma invece provato fisicamente, specialmente nel attraversare Piano Grande e Castelluccio , una colonna di macchine e moto dove tutti vogliono passare e avere ragione scattando foto come i giapponesi come se non ci fosse un domani ,peggio della tangenziale di Istanbul nell’ora di punta.
Questi posti bisogna visitarli in periodi più calmi per apprezzare al massimo il paesaggio e il silenzio che offrono…. sicuramente tornerò ma mai più in Luglio o Agosto
Un paio di considerazioni: La prima è che dopo il “liberi tutti” del dopo Lockdown e con i vari problemi nel raggiungere le mete di oltre confine, tutti, noi compresi, ci siamo riversati sulle località del bel paese provocando ingorghi sulle nostre arterie stradali e sovraffollamento in generale in tante località della nostra penisola.
Conosco e frequento luoghi come Piano Grande e Castelluccio di Norcia da quasi trent’anni e allora, fioritura o no, senza l’ausilio dei vari Social allora assenti, erano ben pochi a conoscere e raggiungere questi luoghi. E’ lo scotto da pagare a tutte queste nuove forme di comunicazione.