Ai margini delle Dolomiti Bellunesi vi è un luogo semi sconosciuto è la Valle del Mis. Facile e ad un “tiro di schioppo” per chi risiede a Belluno o nei paraggi ma per chi come noi vive nella lontana Emilia, la Valle del Mis, se chiedete in giro, risulta completamente sconosciuta. Ora però grazie ai Social, la conoscenza di vari luoghi più o meno remoti, è a portata di mano.

L’idea di visitarla mi balenava già da qualche mese. Abbiamo la possibilità di raggiungerla in una calda e assolata Domenica di fine Giugno. Quattro coppie di amici, ci accordiamo per partire di buon ora. I chilometri infatti sono parecchi ma alla vigilia della partenza, la metà di essi danno forfait, peccato.

Rimaniamo io, Daniele e le nostre compagne. Per noi sono oltre 260Km. da casa, non proprio una passeggiata ma il richiamo di una nuova e affascinante destinazione è irresistibile.

Autostrada del Brennero, Milano-Venezia, A31 sono inaspettatamente semi deserte, qualcuno sostiene a causa del caro carburanti. In effetti per fare il pieno all’Adventurona, stamane ho sborsato quasi 60 Eurini! ….Vabbè non ci pensiamo che è meglio…

Oltre i tratti autostradali ci immergiamo in splendide vallate celebri per le bollicine. Superiamo la Valdobbiadene e puntiamo ancora ad Est tra dolci colline e scorrevoli nastri d’asfalto che invitano a procedere ad andature sostenute ma a calmare i bollenti spiriti, vi sono numerosi velox che scattano “foto ricordo” della giornata.

Finalmente dopo quasi tre ore di guida, avvistiamo il cartello che segnala l’agognata Valle del Mis.

Una leggera salita e dietro ad una curva inizia un lungo specchio d’acqua che si propaga verso Nord è il Lago omonimo dalle sue irresistibili acque color smeraldo. Avanziamo con un filo di gas, la sede stradale è piuttosto stretta e nelle numerose gallerie occorre sempre fare attenzione a qualche inevitabile smanettone.

Nonostante la giornata festiva non c’è la marea umana che ti puoi aspettare in luoghi simili, a bordo strada, vicino ai punti di ristoro, numerose auto e moto ma tutto sommato a livelli ancora accettabili. Parcheggiamo le moto davanti al Bar alla Soffia, proprio a due passi dall’omonima cascata che ci apprestiamo subito a visitare. La quota di questo luogo è piuttosto bassa, meno di 500Mt. e la giornata, complice una coltre di nubi che stazionano proprio sopra la valle, è assai afosa ma bastano poche decine di metri a ridosso della cascata dove il microclima è assai differente, donando un bel ristoro ai visitatori.

Immancabili foto ricordo tra le enormi rocce incombenti sulle passarelle, proviamo anche a risalire la cascata ma il sentiero è un pò impervio e desistiamo. E’ ora di pranzo e prendiamo posto nel Bar adiacente dove consumiamo ottimi panini e toast. Qualche bollicina per festeggiare il compleanno mio e di Daniele. Ci attendono altri luoghi da esplorare nelle vicinanze ma siamo un pò provati dal lungo viaggio e preferiamo adagiarci su dei bei prati a margine del lago ma la “cappa” d’afa è opprimente e così di li a poco ci rimettiamo in marcia in direzione Nord, risalendo l’affluente del lago in bel tragitto che in qualche tratto ricorda, facendo le debite proporzioni, le Gole del Verdon con la strada scavata nella roccia.

Qualche Km. in questa Gola spettacolare e decidiamo che può bastare così. Ci attende il lungo rientro a casa sotto una canicola opprimente alleviata da qualche sosta ristoratrice. L’Africa Twin di Daniele e la mia Adventurona anche stavolta hanno svolto il compito a loro assegnato egregiamente, donandoci un viaggio confortevole. Riguadagniamo casa nel tardo pomeriggio stanchi, accaldati ma anche assai gratificati per aver scoperto una nuova e bella destinazione da aggiungere al nostro “palmares”.