La Primavera tarda ad arrivare, siamo ormai a fine Maggio e nella nostra Emilia piove da settimane quasi a compensare un Inverno siccitoso. In Romagna poi la cosa ha preso aspetti tragici con frane, alluvioni di portata storica. Il peggio però sembra passato e per noi che fortunatamente non siamo stati colpiti da cataclismi abbiamo il desiderio di salire in moto e lasciarci alle spalle la routine di tutti i giorni e partire.

Il maltempo ci ha appena lasciato (forse) e sembrerebbe che Domenica vi sia una “finestra” di Sole che tornerà a fare capolino sul Nord Italia. Pianifico su due piedi una bella gita nel vicino Veneto dove, poco oltre Verona, la pianura lascia spazio a verdi colline. A guardia di una di esse si trova Soave, uno dei Borghi più belli d’Italia.

Tre coppie su BMW GS, Adventure e Africa Twin Adventure Sports. Partiamo con tutto comodo per la nostra meta che si trova a poco oltre cento chilometri da casa. Il cielo è plumbeo a tal punto che fatichiamo a credere alle previsioni che parlano di Sole pieno di li a poco.

Imbocchiamo l’autostrada in modo da raggiungere più velocemente il Borgo di Soave dal momento che per oggi è prevista una festa paesana con tanto di sfilata con costumi medioevali e infatti al nostro arrivo le strade di accesso al centro storico sono bloccate. Sgattaiolando tra le recinzioni riusciamo a trovare un pertugio dove parcheggiare le nostre tre moto. Lasciamo caschi, giacche etc. nei bauli della moto in modo da poter girovagare per il paese in tutta scioltezza.

Come sempre in questi casi, Reflex e Videocamera mi fanno compagnia in modo da poter immortalare questo luogo così suggestivo. Un piccolo comune con poco più di settemila abitanti celebre anche per il suo ottimo vino bianco e sormontato da un bel castello e da belle mura perimetrali.

Non possiamo esimerci dal girovagare anche tra le varie bancarelle e gustare prodotti tipici del luogo ma non solo. Splendidi palazzi si posso ammirare sulla via principale del paese, in particolare il Palazzo di Giustizia. Non so molto della storia del luogo, mi basta aggirami tra i suoi vicoli e il pazzesco colpo d’occhio della veduta d’insieme. Si è fatta ora di pranzo, abbiamo prenotato in una trattoria poco fuori le mura. Pasto in verità senza infamia e senza lode.

Non ci rimane che salire al Castello. Una sgambata di venti minuti attraverso il bosco in una salita bella ripida ma la fatica è ripagata da un bel panorama che spazia quasi a 360° sulle stupende colline circostanti.

Ridiscendiamo in paese per la via più diretta. Ancora foto agli scorci più suggestivi, e decisamente cotti riguadagnamo il parcheggio delle nostre moto. Mi riprometto però di tornare a filmare degnamente questo luogo, magari senza la folla che oggi l’ha invaso. Inizia a far caldo e decidiamo di rientrare attraverso le direttrici non a pagamento attraverso l’infinita Pianura Padana superando paesini che il tempo sembra essersi lasciato dietro di se. Sosta per dissetarci nella piazzetta di un paese sperduto tra le province di Mantova e Verona. Superiamo il fiume Po e siamo ormai a casa.