Fine Inverno e solitamente in questo periodo ci si trova con gli amici e si inizia a pianificare qualche bel viaggio per la Primavera, Estate oramai imminenti. Non così quest’anno, ancora alle prese con la pandemia che dilaga e fatta salva la salute di ognuno di noi, al primo posto in ogni considerazione, non ci permette di programmare qualunque tipo di viaggio, men che meno all’estero.

Regna un grande clima di incertezza e timore per un futuro, e non parlo solo di viaggi, povero di prospettive. Assieme a Daniele iniziamo per lo più a sognare qualche destinazione, qualche meta esotica che possa distrarci da tutto ciò e regalarci qualche prospettiva almeno a medio termine.

Si parla del Sud della Francia, di Nord Africa, Balcani etc. ma poi le settimane passano e la situazione di cui sopra non sembra affatto migliorare. I “lockdown” sono presenti in tutti i paesi e le quarantene assicurate.

Non ci rimane che “ripiegare” sull’Italia che sappiamo tutti essere stupenda ma che tuttavia, almeno in noi, non riesce ad affascinare quanto altre mete lontane. Bisogna tuttavia fare i conti con la realtà e che innumerevoli mete in Italia ci sono sconosciute. Ancor più per Daniele ai suoi primi passi da mototurista con la sua fiammante Honda Africa Twin 1100 Adventure Sports.

Passo serate a pianificare qualche percorso che possa bilanciare 5 giorni di tempo a nostra disposizione, la visita di luoghi interessanti e naturalmente che possa offrire dei bei percorsi da percorrere in sella alle nostre moto. Gli input sono parecchi, luoghi che da tempo avrei voluto visitare che cerco di unire come in un gioco, in un tragitto che punti verso Sud.

Dunque è deciso, il nostro itinerario si svolgerà attraverso la nostra penisola raggiungendo luoghi quasi esclusivamente inediti per il sottoscritto e per Daniele che mi accompagna in questa piccola “motoavventura” nostrana.

Si avvicina il giorno della partenza. Un pò di apprensione per i pneumatici della moto di Daniele oramai da sostituire e quelli nuovi che, ordinati per tempo, ancora non arrivano. Sull’Africa, Daniele decide di montare anche le valige laterali e come per il top case, opta per le splendide GiVi dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.

Fortunatamente riusciamo a montare i nuovi pneumatici in modo da partire senza apprensioni di sorta.

La prima tappa è Lucca che già da tempo mi era stata consigliata da amici e parenti.

Finalmente si parte! Decidiamo di raggiungere la città Toscana attraverso l’Appennino Tosco Emiliano e la strada dell’Abetone. E’ Lunedì e venendo dalla pianura modenese, fatichiamo un pò a liberarci dal traffico di chi, a differenza nostra, deve raggiungere i luoghi di lavoro. Guadagniamo le prime salite e il traffico inizia a diradarsi. Poco da dire sul versante modenese dell’Appennino. Luoghi e strade che conosco come le mie tasche. Da segnalare il bel paese di Fiumalbo, poco prima del valico dell’Abetone, segnalato con tanto di cartello, come uno dei Borghi più belli d’Italia. Sosta di qualche minuto per le foto di rito e a sgranchire le gambe.

Ripartiamo e sotto il casco ripenso a quanto mi raccontava solo il giorno prima il mio compagno di viaggio, ovvero, dell’incontro troppo ravvicinato di un motociclista con un cervo, proprio su queste strade, incontro ahimè fatale per il centauro. Pochi chilometri e dietro ad una curva me ne trovo, sia pur a debita distanza, uno davanti! Grande, imponente e sta in mezzo alla strada ma vedendoci sopraggiungere, con un grande balzo si tuffa nel bosco adiacente. Sono sbalordito, in tanti anni che viaggio in moto non mi era mai capitata una cosa simile, sfortunatamente avevo appena spento le videocamere a bordo della moto, peccato!

La strada continua a salire, qualche bella veduta sul Monte Cimone, con la cima ancora spruzzata di neve e raggiungiamo l’Abetone dove inizia la picchiata verso la Toscana e il paesaggio cambia repentinamente. La strada si addentra in un fitto bosco dove a fatica la luce del sole riesce a fare capolino.

Una volta in vallata il percorso si snoda in una suggestiva Gola. Avanziamo verso Sud tenendo per Lucca, lambendo in alcuni punti la celebre linea Gotica con le indicazioni di alcuni musei a tema.

Sono abbastanza esausto, tutte queste curve  mi hanno messo Ko e l’appetito inizia a farsi sentire.

Raggiungiamo la località di Borgo a Mazzano con il suo bel ponte a schiena d’asino, il Ponte del Diavolo. Facciamo una sosta per le foto e video di rito e approfittiamo per pranzare nell’adiacente trattoria dove consumiamo un buon pasto. Qualche decina di Km. e ci ritroviamo a Lucca e le sue celebri mura.

Troviamo alloggio nel comodo Hotel Celide posto proprio oltre le mura della città e a due passi dal centro prenotato da casa. Ottima sistemazione per noi e le moto. Tolte le nostre armature, ci catapultiamo da subito oltre la suggestiva cinta muraria tra i vicoli della città. Città che ci lascia a bocca aperta per la sua bellezza ma anche per la vivibilità che si percepisce fin da subito.

Il poco tempo a disposizione, l’indomani dovremo subito ripartire, non ci consente una visita sistematica dei numerosi siti di interesse, si va a zonzo, carichi di videocamera, macchina fotografica, treppiede etc. a catturare il bello che ci circonda.

Di tardo pomeriggio, Daniele oramai esausto, batte in ritirata mentre io, come un asceta, salgo sulla cinta muraria di quasi 4,5 Km. di perimetro per trasmettere “live” le immagini del luogo sui nostri canali social, dove giovani e meno giovani si dedicano a jogging, passeggiate a piedi o in bici. La bella giornata e l’atmosfera di relax donano al tutto buone sensazioni.

Il top, mio personale giudizio, è comunque la Piazza dell’Anfiteatro, un salotto, vero gioiello della città. Vi faremo ritorno all’imbrunire per cenare in uno dei suoi locali all’aperto e la suggestione sale ancor di più.

Si è fatto tardi, rientriamo in Hotel, impacchettiamo il tutto per l’indomani che ci vedrà ripartire.

Nuovo giorno e il Sole splende sempre alto. Il clima è assolutamente favorevole per viaggiare in moto, siamo nell’ordine dei 17-25°. L’idea per oggi era di puntare su Orvieto ma poi non riuscendo a trovare una buona sistemazione che fosse comoda anche per accedere al centro con le moto, abbiamo preferito optare su Pienza, nel Sud della Toscana autentica perla che si affaccia su quell’Oceano di verde quale è la Val d’Orcia.

Dopo una buona colazione, ci consultiamo su quale strada percorrere e lascio la decisione a Daniele che predilige percorsi secondari, prevalentemente costituiti da strade di campagna. Inizialmente un pò perplesso ma man mano che la strada avanza attraversando dolci e verdi pendii, la scelta del mio compagno di viaggio mi sembra sempre più azzeccata anche se talvolta l’attraversamento di di qualche agglomerato ci costringe ad avanzare assai lentamente per via del traffico di chi va al lavoro.

Raggiungiamo Siena e procediamo ancora verso Sud-Est. Sosta per un pranzo veloce a Buonconvento, già visitata in passato, riprendiamo la marcia e verso Quirico d’Orcia i paesaggi diventano spettacolari. Ci fermiamo per foto e video. In lontananza su di una collina, la nostra meta.

Anche qui troviamo alloggio in un bell’Hotel a due passi dal centro. Anche Pienza avevamo già avuto modo di visitarla in passato ma ancora una volta rimaniamo estasiati nel contemplare i suoi splendidi belvedere sulla Val d’Orcia, talmente belli che sembra di ammirare uno splendido dipinto. La calda luce di un tardo pomeriggio, il bel cielo blu e soffici nuvolette bianche, da sembrare quelle dei cartoni animati, conferiscono allo scenario un quadro idilliaco.

Anche qui, preso dalla mia passione di videomaker, monto la cam sul treppiede e condivido sui nostri canali Youtube e Facebook questa meraviglia in diretta “live” commentando a “braccio”, con qualche imperfezione, chiedo venia,  quanto mi si presenta dinnanzi, zoomando con il camcorder su di un area, nella vallata sottostante, resa celebre come location del Film “Il Gladiatore”.

Si è fatto tardi, ceniamo in un piccolo ristorante in centro storico e dopo aver compiuto due passi, un’occhiata alle moto e ce ne andiamo a nanna.

Terzo giorno di viaggio, inizio ad accusare un pò di stanchezza, non tanto per chilometri in moto, quanto per l’impegno di filmare e fotografare al meglio delle mie possibilità le strade, i luoghi attraversati, con un occhio sempre sull’attrezzatura che va poi sempre ricaricata e riposta con cura ogni volta che ripartiamo ma questo l’ho scelto io, non me l’ha imposto nessuno. Anche il buon Daniele a fatica comprende tutti questi sforzi, come andarmene a zonzo per le varie località sempre carico come un mulo di attrezzi di ripresa, si insomma non vedo in giro tanti motociclisti “malati” quanto me.

Abbondante colazione e lasciamo anche l’Hotel Corsignano e la bellissima Pienza. Facciamo carburante e dopo qualche decina di chilometri di saliscendi prendiamo l’autostrada, puntando a Sud, verso l’Abruzzo. Il meteo è incerto e il traffico almeno di primo mattino è quasi inesistente. All’altezza di Roma la strada piega verso Est iniziando a serpeggiare tra le montagne. E’ una giornata festiva e il traffico sta inesorabilmente aumentando, presumibilmente di romani in fuga dalla città. Verso la diramazione L’Aquila-Pescara il congestionamento si dirada e il paesaggio diviene grandioso. A tratti mi ricorda la Svizzera, alti pendii incombono ai fianchi dell’autostrada.

All’altezza di Cocullo usciamo dal tratto a pedaggio, è oramai ora di pranzo. Nei pressi di Anversa degli Abruzzi cerchiamo un ristornate per saziare il nostro appetito ma è tutto prenotato. Con le moto ci inoltriamo per il centro del paesino, una vera gemma sperduta tra le montagne di questa regione. Parcheggiamo le moto nella bella piazzetta del centro storico e in un piccolo locale, consumiamo uno spuntino con panini, formaggi e e ottimi affettati. Anche qui, e come potrebbe essere altrimenti, foto e video di rito e ripartiamo verso le vicine Gole del Sagittario, tragitto spettacolare che avevo avuto modo di percorrere parecchi anni addietro ma la meraviglia al cospetto di questo percorso è la medesima di allora. Procedo lentamente fino a raggiungere il lago di San Domenico ma Daniele avanza ancor più piano, quasi a passo d’uomo, rapito dalla bellezza del luogo. Peccato solo per quei pazzi che con le loro “naked” affrontano queste curve come se non ci fosse un domani.

In prossimità del Lago di Scanno poi non trattengo il mio disappunto alla visione dei pedalò sullo specchio d’acqua le cui rive sono affollate all’inverosimile! Pochi minuti di sosta in questo delirio e alziamo i tacchi, ripercorrendo a ritroso le Gole. Un pò di stanchezza affiora e puntiamo sulla città di Sulmona dove abbiamo  prenotato il nostro alloggio, l’Hotel Ovidius, sempre in posizione “strategica” con il centro storico poco distante.

Poco dopo il nostro arrivo in Hotel, vedo sopraggiungere uno “stormo” di BMW R1250GS nuove fiammanti. Qualche ora per sistemare le nostre cose, in primis scaricare su computer foto e video ma anche per riprenderci dal caldo che in queste ultime ore si è fatto sentire.

Due passi per il centro storico di Sulmona ad immortalare la sua splendida Piazza e sopratutto l’acquedotto medievale. Il cielo, come testimonia anche la diretta “live” trasmessa, minaccia pioggia. Fortunatamente di li a poco le nuvole si diraderanno regalandoci una bella serata.

Cena all’aperto in un locale del centro consigliato dalla receptionist dell’Hotel, locale che non posso esimermi dal menzionare per via di una Pizza “leggendaria”, la Pizzeria “Bella Mbriana”. Due passi per le vie del centro e rientriamo in Hotel a preparare la tappa dell’indomani, una delle più toste di tutto il viaggio.

Sveglia di buon’ora, colazione abbondante e caricate le moto ripartiamo in una giornata bella e frizzante. Sosta per rabboccare carburante e ci immettiamo sulla SS17, una delle sorprese più stupefacenti di tutto il viaggio. Un bel nastro d’asfalto che in modo mai brusco inizia a guadagnare quota in un paesaggio davvero notevole. avvistiamo anche dei borghi posti in cima a colline dal gran bel colpo d’occhio. Procediamo verso Sud anche se ci fermiamo svariate volte a filmare questi luoghi, in particolar modo sul cosiddetto “Altipiano delle cinque miglia” che in verità non avevo mai sentito nominare prima. Uno splendido pianoro a poco più di 1.000Mt. di quota. Come dicevo, bella giornata, strada stupenda e grandi panorami… ah dimenticavo, scarso traffico! Una pacchia!!

Superiamo Roccaraso, la strada perde di quota e di interesse. Sosta per ritemprarci in un Bar a Isernia. Parcheggio la moto in un’area adiacente al locale ma l’area è in contro pendenza, morale al momento di ripartire, complice il carico e la forte inclinazione, non riesco, una volta salito in sella a raddrizzarla, una scena Fantozziana. Corre in mio aiuto Daniele e ripartiamo.

Superiamo Benevento, un breve tratto autostradale e nei pressi di Candela prendiamo la bella “Bradanica” percorso super veloce tra dolci colline bruciate dal Sole che ci porterà fino alla nostra meta finale, Matera che raggiungiamo nel primo pomeriggio stanchi, accaldati ma assai soddisfatti per esserci spinti sin quaggiù.

Bella la struttura che ci ospita, l’Hotel Ridola, anche qui, albergo a due passi dal centro storico con comodo parcheggio per le moto ed una bella piscina dove ci rilassiamo un pò prima di tuffarci nella visita della città.

Prima volta a Matera sia per il sottoscritto che per Daniele, di conseguenza è grande il nostro stupore ad ammirare i suoi belvedere ed i suoi vicoli, i celebri “Sassi” ma le ore passano inesorabilmente. Ancora foto e filmati, altra “live” dove, mi viene riferito, appaio decisamente “cotto”. In effetti rivedendo la clip… ma non dovete pensare male, nessuna strana sostanza, solo tanti chilometri anche a piedi con attrezzatura sulle spalle.

Cena in un ristorante in una piazzetta del centro ma niente di trascendentale, ultimi sguardi sulla magia della Matera by night e rientriamo nel nostro alloggio.

Il nostro viaggio, di fatto, termina qui. L’indomani ci aspettano quasi 800 Km. di trasferimento per rientrare a casa. Così sarà ma non prima di aver sudato le fatidiche sette camice nel superare una serie infinita di cantieri stradali da Pescara fino alle Marche. In 11 ore circa riusciamo a rincasare (comprensive di soste) portandoci appresso tante belle immagini impresse nella mente e in tanti supporti digitali che con grande piacere condividerò con tutti gli appassionati di viaggi in moto su questo sito e sui canali social. Il viaggio si è concluso ma rimane qualche “tarlo”. Quelle strade, quei borghi avvistati in lontananza che richiedono la nostra presenza per essere esplorati a fondo per assaporare ancor più le bellezze d’Italia.