Andalusia Trip

1°Giorno. Mi sento arrugginito, come impacciato alla guida e poi sono troppi anni che non avverto quel brivido che mi assale nei grandi viaggi in moto, tale da scuotermi intimamente ma ora impugno saldamente il manubrio del mio GS e ripeto a me stesso che è tutto vero sono in Andalusia. Precisamente a San Jose de Nijar sul Cabo de Gata, minuscolo pueblos blancos a ridosso del mare e immerso in una natura meravigliosa, reduce da un’escursione in fuoristrada passando per le stupende spiagge del Monsul e de los Genoveses, oltre ad essermi ricoperto di polvere attraversando gli sterrati di Los Albaricoques, Agua Caliente e Cortijo del Frailes……… ”E’ più Messico del Messico”….. diceva il grande Sergio Leone trovando qui grandi ambientazioni per i suoi Western. L’Hotel stesso in cui io e mio fratello alloggiamo, il Cortijo de Sotillo, tipico edificio basso imbiancato a calce, ha visto esibirsi attori del calibro di Clint Eastwood, Lee Van Cleef e il nostro Gian Maria Volontè. Mi attende ancora la miniera d’oro, oggi in disuso, di Rodalquilar (location del 3° Indiana Jones, Giù la testa, etc) ma la giornata sta volgendo al termine, il GS e il KTM di mio fratello sembra siano reduci dalla Dakar. Devo togliermi la polvere di dosso e domani il viaggio deve proseguire. 2° Giorno. Abbondante colazione, carichiamo i bagagli, la giornata è radiosa e l’aria frizzante. Ci dirigiamo a Nord Ovest verso il deserto di Tabernas ma potremmo essere in Arizona, il paesaggio si presenta stupendamente arido solcato da numerosi corsi di fiume in secca (Ramblas) l’asfalto è perfetto e si inerpica sulle alture della Sierra Alhamilla dove i motociclisti “indigeni” approfittano del clima, delle strade e della Pasqua per godere della comune passione. Immancabile sosta alla Mini Hollywood, i set cinematografici in stile vecchio west e messicano di Sergio Leone ed appena posteggiate le moto, sentiamo riecheggiare i motivi di Ennio Morricone. Infatti è in atto uno spettacolo di attori locali che inscenano una rapina, un inseguimento, la cattura e addirittura un’esecuzione per impiccagione dei “Bandidos”. Riprendiamo la marcia sulla Autovia A92 verso Granada ma dopo una cinquantina di chilometri usciamo momentaneamente dall’autostrada (gratuita) all’altezza di Calahorra, un paesino ai piedi della Sierra Nevada che ovviamente si presenta con le cime imbiancate, a dominare il paese, su di una collina, un sorprendente castello in stile Mogul?! Il colpo d’occhio è pazzesco. Consumiamo un pasto frugale in un bar e mi accomiato dal fratello per pochi minuti per dirigermi verso l’estacion di Calahorra, ora in stato di abbandono a solo 6 Km. da dove ci troviamo ora, sull’altro versante dell’altipiano. Location ferroviaria del grande regista romano che non potevo perdermi, posteggio la moto, in giro non c’è nessuno e immortalo su nastro e schede di memoria le immagini del luogo e riparto riprendendo il panoramico tragitto verso Granada avvistando in prossimità di Guadix le abitazioni troglodite ancora oggi in uso, superando il lussureggiante parco naturale dell’Huetor a poche decine di chilometri da Granada dove raggiungiamo l’Hotel prenotato dall’Italia.

3°& 4° Giorno. L’intera giornata la dedichiamo alla visita di Granada. Lasciamo le moto nel garage dell’Hotel e con un taxi, che qui in Spagna costano davvero poco, ci facciamo accompagnare al Mirador de San Nicholas, un belvedere su l’intera città e su l’Alhambra con, sullo sfondo, le cime più alte della Sierra Nevada con il Pico Veleta a dominare su tutto. La visione di tutto ciò è pazzesca. Foto e filmati di rito e a piedi scendiamo verso il caratteristico quartiere arabo di Albayzin ammirando i tipici edifici in stile moresco, ancora a piedi ci dirigiamo verso il Barrio de Sacromonte con abitazioni ma soprattutto locali pubblici scavati nella collina che offrono lo spettacolo del flamenco in tutte le salse. Pranziamo in locali all’aperto sotto all’Alhambra che visitiamo subito dopo pranzo grazie alla provvidenziale prenotazione su internet da casa ci siamo assicurati due posti per le ore 16,00 precise davanti, recita il ticket, al Palacio Nazaries mentre per tutto il resto lo si può visitare a proprio piacimento. In passato avevo già avuto modo di ammirare i giardini del General Life, l’Alcazaba etc. ma per un motivo o per un altro mi era sempre sfuggita la “perla” il Nazaries e la realtà per una volta è andata oltre ogni immaginazione, chi ha avuto modo di entrarvi sa di cosa parlo, la raffinatezza delle sale, dei soffitti intarsiati, dei giardini interni oltre della collocazione in se sono di una raffinatezza indescrivibile. Usciamo dall’Alhambra e ancora a piedi scendiamo verso il centro di Granada dove in una piazzetta consumiamo la nostra cena per poi fare rientro in Hotel.

5° Giorno Una notizia allarmante ci raggiunge dall’Italia, pensiamo di interrompere il viaggio ma poi dopo averne parlato a lungo decidiamo di proseguire, ripartiamo da Granada impostando il navigatore (utilissimo fino a questo momento) per Ronda. La giornata è di nuovo bella dopo quella nuvolosa del giorno prima ma la temperatura non è così gradevole almeno in certe zone, oscillando in prossimità di Antequera, bellissimo paese immerso nella campagna andalusa, intorno 14-15° verso metà mattinata. Raggiungiamo Ronda ma il navigatore, impostato sull’Hotel “Poeta de Ronda” a solo venti metri dal “Ponte Nuevo”, ci impone una antica stradina di accesso al centro con, dapprima, un passaggio vertiginoso su di un antico ponticello e successivamente vedo il percorso restringersi sempre più ma soprattutto innalzarsi per una pendenza da paura al che, anche incrociando lo sguardo perplesso del fratello, decido di fare di testa mia e di raggiungere la nostra meta per un percorso adatto ai mezzi a motore e non ai climber!!! Scarichiamo i bagagli davanti alla bella struttura ricavata da uno storico edificio completamente ristrutturato, per il gs e la carotona però non c’è spazio, quindi l’unica soluzione è un garage sotterraneo a pagamento per € 15 al dì. Come per Granada, Ronda è una vera perla, spettacolare, edificata come è su di una montagna spaccata in due ed intorno un orrido di oltre cento metri e collegata da questo ponte, famoso nel mondo.

6° Giorno. Il giorno seguente ripartiamo da Ronda di primo mattino, il cielo è terso, puntiamo verso Sud Ovest verso Algeciras percorrendo splendide e semideserte strade di montagna, attraversiamo la caotica Algeciras e ci dirigiamo a Tarifa attraverso la panoramica strada costiera, in un unico colpo d’occhio lo stretto di Gibilterra con le navi che incrociano il passaggio e la costa del Marocco. Sostiamo a Tarifa per pochi minuti non è infatti possibile trovare parcheggio per le nostre moto! Riprendiamo la strada verso Nord Ovest fiancheggiando bellissime spiagge spazzate da un forte vento e dopo una sosta per rifocillarci in una trattoria lungo la strada riprendiamo il nostro cammino verso Jerez de la Frontera affidandoci all’insostituibile navigatore per trovare l’Hotel (Palmera Palace) ubicato in centro e proprio di fronte alla Sandeman una delle “Bodegas” che hanno reso celebre la zona, disseminati per il centro le indicazioni per visitare Sandeman, Tio Pepe, Fundador e altre. Non sono un esperto ma comunque conoscere come il Porto, Cognac, Sherry etc. vengono creati è interessante. Per il resto il centro di Jerez non ci dice gran che, piuttosto squallido e in abbandono. Il fratello propone di riprendere le moto per compiere un’escursione ad una trentina di Km. a Sanlucar de Barrameda sul Gadalquivir ad ammirare il parco faunistico della Donana che si estende fino alla provincia di Huelva ad Ovest ma sono un po’ troppo stanco e rimango in Hotel, tuttavia al suo ritorno il fratello mi riferirà di essere riuscito a vedere ben poco e di non essersi fidato di lasciare la moto in una zona poco rassicurante con certe facce da “tagliagola” che poco invogliano a fermarti.

7° Giorno. Di nuovo in sella per una lunga tappa di oltre 530 Km, da Jerez de la Frontera a Cabo de Gata che ci riavvicinerà a Barcellona attraversando dolci e verdi colline in un tragitto, Specie prima di Antequera, che più “motociclistico” non potrebbe essere con asfalti perfetti dai bellissimi curvoni che corrono per alture, laghi ed una bellissima campagna. Doppiata Granada puntiamo a Sud verso l’ultima meta programmata dall’Italia, le Alpujarras, sul versante Sud della Sierra Nevada ma il meteo volge al brutto e inizia a fare freddo! Per giunta per una incomprensione perdo per strada il mio compagno di viaggio. Sulla Autovia per Motril devio per Lanjaron e le Alpujarras, subito il paesaggio non mi impressiona più di tanto e solo dopo Orgiva, deviando verso Nord per Capileira, Bubion e Trevelez la “musica” cambia, il tragitto si fa impervio e poi ardito. La strada sale sempre più ma l’asfalto è sempre perfetto e tiene da paura ma il piacere della guida è distolto da quanto mi sta davanti agli occhi, anzi sopra di me. I pueblos blancos di Bubion e Capileira sono semi avvolti dalle nuvole a strapiombo sul precipizio. Proseguo oltre l’abitato di quest’ultimo e il tragitto continua a salire per tornanti mappati sul gps come percorso sterrato ma ad un certo punto un cartello proibisce di proseguire. Apro la cartina e realizzo di essere sulla mitica “carrettera mais alta d’Europa” che porta anzi portava ai 3.400 Mt. Del Pico Veleta inibita al traffico da quasi un ventennio. Ridiscendo fino al paese, parcheggio la moto e armato di videocamera filmo il paesaggio, penso a quanto sarebbe bello con il sole! ma la realtà minaccia pioggia e decido di ripartire, mancano ancora tanti chilometri all’arrivo, procedo verso Est e in giro non c’è nessuno, le curve non finiscono mai scendendo a valle trovo una nuovissima superstrada puntare verso Almeria, nemmeno mappata sul navigatore, un percorso molto divertente ma sul più bello un cantiere lungo la strada mi blocca, si avvicina un operaio, mi dice che l’unico modo di proseguire è di imboccare una mulattiera di montagna proprio a fianco a me, penso stia scherzando ma anche se con il sorriso in volto non scherza affatto. Sono perplesso l’omino mi parla di 8 km. di fuoristrada che a giudicare di come il percorso si impenna non mi tranquillizza affatto carico come sono, escludo l’idea di trovare un’altra strada, so bene non esserci alternativa a meno di percorrere una lunghissima deviazione e la stanchezza inizia a farsi sentire. Parto spavaldamente per il tragitto off road usando cautela per l’attrezzatura elettronica che mi porto appresso e a parte un paio di punti “delicati” riesco a coprire l’intero tragitto senza problemi. Svalico ad Est di Almeria e in poco più di mezz’ora raggiungo l’albergo “Cortijo el Sotillo” sul Cabo de Gata che raggiungo nel tardo pomeriggio in una luce meravigliosa.

8° Giorno. L’ultimo giorno in Spagna è solo un lungo trasferimento autostradale verso il porto di Barcellona. Il consuntivo del viaggio è molto positivo, abbiamo percorso in totale quasi 4.000 km. su strade bellissime ma trovando anche il tempo di scendere dai nostri mezzi e visitare luoghi straordinari. Sul nostro taccuino registriamo: Per le sistemazioni alberghiere, egregie, ci siamo avvalsi di booking.com che riporta con cura ubicazioni, foto, servizi e anche i giudizi dei clienti che vi sono transitati. Per la tratta Genova-Barcellona abbiamo viaggiato con GNV che compie una comoda e tutto sommato economica traversata, a tal proposito l’unica rimostranza verso la nave del ritorno che viaggiava scandalosamente con quasi quattro ore di ritardo imbarcando uomini e mezzi a notte fonda. Le moto: BMW R1200GS e KTM 990 Adventure che non hanno accusato il minimo inconveniente. Le strade andaluse sono praticamente tutte in ottime condizioni, assai frequenti le pattuglie della Polizia che offrono un vero controllo del territorio. Le autovia spagnole sono da Alicante in giù quasi tutte gratuite ed il traffico è spesso e volentieri assai scarso mentre le stazioni di carburante sono ben disseminate per il territorio e il prezzo della benzina è un po’ più basso che da noi. Infine abbastanza numerosi gli autovelox ma ovunque molto ben segnalati.