A dire il vero, per raggiungere Kranjska Gora,famosa località sciistica Slovena, dobbiamo uscire da un “tunnel” di caldo umido chiamato pianura padana. …E allora autostrada fino a Belluno e poi Longarone, divenuta tristemente famosa parecchi anni orsono per la disastrosa valanga d’acqua che sommerse il paese, meglio conosciuta come tragedia del Vajont. Risaliamo la strada che lambisce la diga famigerata posta proprio sopra al centro abitato, impressionante!  Ora il bacino e prosciugato. Superiamo Erto e Casso in un paesaggio prealpino abbastanza piacevole, la strada ridiscende fino a Maniago ed il caldo torna a farsi sentire sotto le tute. Facciamo spesa in un supermercato prevedendo di consumare il nostro pasto non appena il paesaggio e la canicola ce lo consentiranno. Direzione Nord e in   corrispondenza  di Tramonti di Sopra ecco lo spiazzo agoniato. Superata la Val Tramontina, la  strada torna a salire verso il passo Brest,  una fitta  serie  di  stretti t ornanti che portano a circa 1000 Mt. di quota, carino, ma  non è ancora il tipico paesaggio alpino che  stiamo cercando. Ora   la  strada  piega  verso  Est s superata  Tolmezzo  in  prossimità  di Chiusaforte deviamo a destra per Sella Nevea, qui il tragitto prende forme tipicamente alpine lambendo boschi di conifere e torrenti dal fondo di un colore insolitamente chiaro, la temperatura inizia a darci sollievo,peccato per  quei  squallidi  albergoni  in  cima  al  valico.  Subito  dopo  di esso incredibilmente, da una giornata senza una nuvola calda e afosa inizia a piovere  solo pochi  Km.  ma con una  certa intensità. Il  confine  con  la Slovenia è ormai vicino e lasciata Tarvisio gia ci sembra di cogliere nelle sue case uno stile diverso a quello cui  eravamo abituati, oltrepassata  la dogana una sosta in un bar dove notiamo ragazzi e ragazze molto curati nell’aspetto e ci sorprende un poco vederli poi andar via quasi tutti su auto costose… e noi che pensavamo di trovare una realtà di arretratezza. Arriviamo finalmente a Kranjska Gora nel tardo pomeriggio, siamo in pieno Agosto e fatichiamo un pò a trovare da dormire ma poi, noi in pensione, i nostri compagni di viaggio in un hotel poco lontano, troviamo in qualche modo una sistemazione per la notte.

Chi si recasse da queste parti pensando di risparmiare  potrebbe rimanere un poco deluso, i prezzi delle camere, infatti, sia in quelle private che in alberghi,sono allineati ai nostri. Personalmente non trovo granchè nemmeno il paese, al contrario, davvero belle le montagne che si possono ammirare qui intorno anche se non si possono paragonare alla maestosità delle nostre Dolomiti e alla  spettacolarità delle alpi Austriache, Svizzere,Francesi e  naturalmente  Italiane  ma  questa è  solo  una mia opinione; comunque da Kranjska Gora decidiamo di salite verso il passo Vrsic a 1600 Mt. di  quota  con pendenze  intorno  il 14%,strada dalla quale si può ammirare uno dei  paesaggi più belli di questo piccolo stato. Siamo nel parco del Triglav, dove, con un po di tempo a  disposizione e  lasciando  ferme  le moto,  ci si puo inoltrare  in luoghi  unici  e  incantevoli. Ridiscendiamo verso Kranjska Gora, la nostra prossima meta il lago di Bled che raggiungiamo in breve, qui la strada prosegue sempre nel parco del Triglav per terminare qualche decina di Km. più avanti sul lago di Bohjinsko Jezero. E’ ferragosto  e nonostante  qui tutte  le  abitazioni  private affittino alloggi, trovare da dormire è un  problema ma per fortuna superiamo  anche questo ostacolo entrando in un ufficio del turismo dove ci indicano una casetta a pochi Km. dal lago dove occupiamo in appartamento con due camere, bagno, soggiorno con angolo cottura per 40.000lire a testa colazione inclusa.

L’ indomani  ritorniamo  sui  nostri  passi  ripercorrendo  la strada a ritroso prendendo, poi, per il Wurzpass  aprendoci le “porte”dell’ Austria che, nonostante il periodo,offre sempre tragitti semideserti con fondi stradali in ottimo   stato, una  vera  pacchia per motociclisti,un’ occhiata  al contachilometri del  1100 GS ormai sui  60.000, ma va  ancora che è un piacere e queste  strade sembrano  farla “rendere”  al meglio, certo il nuovo 1150 di mio fratello è migliorata un poco in tutti gli aspetti ma non di quel tanto,  secondo me, dal  svalutare il buon  vecchio 1100, il  cambio, sopratutto,non è, 6 marcia a parte, all’altezza della situazione.  Trovo invece fantastico il lavoro  svolto dai  tecnici  BMW  sull’ erogazione  del motore, decisamente più pronto nel salire di giri. Facciamo una sosta ad Hermagor, dove ci tuffiamo in una pasticceria del centro con ogni genere di prelibatezza in bella vista. A dire il vero l’Austria ce la ricordavamo più a buon mercato e il conto da pagare è  abbastanza  salato. Dopo  lo  spuntino  ed  un  poco  di   relax riprendiamo la marcia, direzione Lienz, qui il traffico, sopratutto di motociclisti, si fa più sostenuto data la  vicinanza  della  mitica  Grossglockner  Alpenstrasse, la strada a  pagamento che  arriva  a  lambire l’omonimo ghiacciaio, noi l’abbiamo gia percorsa diverse volte perciò tiriamo diritto e oltrepassata Lienz il paesaggio che si apre davanti  a noi è  splendido; una vallata meravigliosa con case tutte in legno in stile   tirolese  dalle  eleganti  decorazioni, giriamo a sinistra per il passo Stalle e qui, prima di salire, il paesaggio si fà incantato, in effetti la cartina stessa lo indica come percorso panoramico e a ragione. Poco prima del passo un bel laghetto dopo dichè un semaforo!, proprio così, lo Stalle è a senso unico alternato, infatti per scendere verso la valle di Anterselva, la sede stradale si fa molto stretta e per evitare situazioni pericolose nei tornanti si è adottato questo sistema. Dal valico il semaforo scatta sul verde per i primi 15 minuti di ogni ora, noi transitiamo alle 15,25, e per 10 minuti dovremo attendere lo scoccare dell’ora successiva, poco male c’è il tempo per sgranchirsi le gambe e ammirare le montagne qui intorno; tuttavia 3 tipi dietro di noi in sella a supersportive, nonostante il semaforo rosso, si lanciano giù a rotta di collo cercando di raggiungere in tempo il “convoglio” precedente, mah…, non capisco proprio questo modo di andare, sopratutto in luoghi così. Approfittiamo per pranzare, ci viene anche l’idea di lasciare le moto al parcheggio e di salire a piedi cercando un bel posticino per campeggiare in quota, ma poi prevale l’istinto di rimetterci in sella scendendo verso la valle di Anterselva, splendida. Siamo in Italia ed il paesaggio non ci fa certo rimpiangere l’Austria, anzi, giunti in vallata dietro ad uno steccato, a pochi metri da noi, dei cerbiatti, non ne avevo mai veduti, e sullo sfondo un lago color turchese; mi sembra di essere in un cartone animato della Walt Disney.

Arrivati a Brunico, i nostri compagni di viaggio ci suggeriscono di dirigerci verso la valle Aurina, detto fatto. Un altra meraviglia, cerchiamo posto per la  notte   per  dedicarvi  la giornata  seguente.   Anche  qui  numerosi affittacamere con tutto esaurito, ma con un po di pazienza  eccone uno accogliente  e pulito  con un  paio di  stanze  disponibili  e  i  prezzi  ci sorprendono, 30.000 lire a testa colazione inclusa, meno che in Slovenia e con un panorama nemmeno da paragonare 4  Giorno, sveglia di buon ora, colazione,  spesa  al  market,  e in moto,  lasciando i  bagagli  in  camera, percorriamo  tutta  la  valle  sino  a Casere  dove la  strada  termina in un parcheggio,  da  qui uno zaino  in spalla per i sentieri che portano ai  rifugi.

Dopo una buona ora di cammino lo scenario che si apre dinnanzi a noi è unico; un vallone riparato da stupende cime dove in mezzo serpeggia un impetuoso torrente. Chiedo ad altri che salgono, con un passo assai diverso dal nostro, quanto manchi al rifugio, la risposta ci toglie quel poco di fiato rimasto, 3 ore!, decidiamo che può bastare così, sistemiamo il tutto per il più bel pic-nic di questa vacanza.
Il 5  giorno il bel tempo ci assiste ancora e nonostante la pianificazione del percorso, il contatto radio tra di noi, per un malinteso ci perdiamo di vista prendendo direzioni diverse, noi puntiamo a Nord, verso Bressanone dove “attaccheremo” il passo Giovo (bruttino). Scendendo verso Merano ci ricongiungiamo con i nostri compagni di viaggio. La BMW del posto pare sia disponibile per il primo, vitale tagliando dei 1000 Km.   (abbondantemente superati) al  1150  GS di mio  fratello, in  realta’ non  sarà così, il capo officina ci dice di non avere tempo e ci “spedisce” alla BMW di Bressanone. Intanto prendiamo posto in un Hotel nella periferia di Merano, bella città ma un pò troppo cara (mangiare una pizza costa come a Montecarlo!!!)….  Il  giorno  seguente  torniamo a  dividerci,  noi  verso  il passo Rombo,  loro  verso Bressanone per il tagliando dove verranno accolti da personale gentile e qualificato.

Beh, se così poco c’era piaciuto il passo Giovo, il Rombo, anche se li vicino, non gli somiglia per niente, si sale a 2509 Mt. panorama mozzafiato,  bisogna fare solo  un pò di attenzione  al fondo  stradale,  dalla parte Italiana,  (come al solito) rotto in più punti.   Appena  varcato  il confine  con l’Austria  la  strada diventa liscia come un biliardo e dopo qualche Km.  eccone  la ragione; un “casello autostradale” che chiede il pedaggio (L. 7000) per le moto.

Sfilano via sotto le nostre ruote deliziosi paesini, perfetti per ordine, pulizia ed eleganza come Solden, rinomata località sciistica, fama più che meritata. Intanto via telefono con il secondo equipaggio ci diamo appuntamento a Livigno, che loro decidono di raggiungere attraverso Stelvio e passo Foscagno, noi invece teniamo per Landeck, importante crocevia alpino, dopodichè giriamo verso Sud, verso il passo Resia, passo sul quale stavolta non transiteremo svoltando per la splendida Engadina, direzione St. Moritz. Passando da queste parti merita sicuramente una visita l’incantevole borgo di Guarda dove ogni sforzo degli abitanti a rispettare l’antico splendore di  questo angolo di Svizzera. Giunti a Zernez ecco la deviazione per Livigno che raggiungiamo nel tardo pomeriggio, entrando per lo stretto tunnel a senso unico alternato di Munt La Schera e non prima di aver costeggiato il lago del Gallo. All’ingresso in paese colonne d’auto per quasi 2 Km. ci fanno dubitare di essere tra le montagne, pare di stare sul lungomare di Riccione all’ora di punta, per fortuna avevamo prenotato in un Garni in pieno centro, la sistemazione non è accogliente e neanche economica (75.000 a testa colazione inclusa) ma si sa in questo periodo c’è chi se ne approfitta. L’indomani ci raggiungono gli altri e con loro iniziamo a pellegrinare tra un negozio e l’altro in questa sorta di “mecca” del consumismo (Livigno è zona extradoganale) alla ricerca delle ultime novità tecnologiche, ma notiamo come i prezzi non siano più convenienti che da noi se non in qualche caso, per il resto, come le radio che ci portiamo dietro, rileviamo prezzi addirittura superiori a quello del negozio vicino a casa. Tuttavia rimane interessante sbirciare qua e la alla ricerca di prodotti hi-tech comunque difficilmente reperibili nelle nostre zone.
La nostra “galoppata” sù e giù per le Alpi stà volgendo al termine, prima però di congedarci da queste montagne decidiamo di chiudere in bellezza tralasciando la via più breve per il ritorno a casa, così prendiamo per il passo Forcola, quindi verso il Bernina, in un crescendo di panorami su alte cime, ghiacciai, laghi d’alta quota e torrenti, qui incrociamo più volte il trenino rosso delle Alpi che da St. Moritz sale al passo sopra citato per scendere dal versante Italiano e viceversa. Fermi ad un passaggio a livello notiamo dei Giapponesi, in Svizzera ne arrivano a ondate, sulle carrozze del treno sporgersi dai finestrini imbracciando macchine fotografiche in stato d’euforia, scattando foto a ripetizione.
Tutte le volte che veniamo qui rimaniamo sempre estasiati, St. Moritz offre un colpo d’occhio fantastico, intendiamoci fermarsi a pranzare o addirittura pernottare neanche a parlarne, troppo cara per le nostre tasche, ma la sua fama di perla delle Alpi è strameritata. Proseguendo diritto altri bellissimi luoghi come Silvaplana, anch’essa come St. Moritz è posta in leggero declivio affacciata su di uno splendido lago, dove, mentre passiamo, è in svolgimento una gara di wind surf. Il cielo è terso, la temperatura è piacevolissima e soffia un venticello che fa correre veloci le tavole sull’acqua increspata, è una cartolina. Scendiamo dal Maloja, rientriamo in Italia costeggiando per un po il lago di Como ma fa troppo caldo per una sosta, quindi autostrada fino a casa, ma sotto il casco sto già progettando di continuare là dove ho lasciato.