Non è certo il modo più ortodosso di viaggiare in moto, me ne rendo conto, ma chi come me ha famiglia, si deve arrovellare per coniugare le esigenze dei propri cari con le proprie e questo, moto o no, non è sempre facile. Se come il sottoscritto la passione da portarsi in vacanza è quella della moto, ecco che il progetto può divenire abbastanza complesso. Non mi soffermerò sull’aspetto economico, a mio giudizio abbastanza secondario dal momento che so di amici che per farsi un paio di settimane in un villaggio in Sardegna o Sicilia, sborseranno cifre di tre volte superiori a quelle preventivate dal sottoscritto per una vacanza a 2.000 km. da casa, in un’ottima struttura, comprensiva del viaggio con moto (su rimorchio) fino a qui. Quindi è, come dico sempre, tutto “relativo”!!

Come già accennato quindi, la formula prescelta è quella del viaggio “Overland” (via terra) fino in Andalusia, precisamente nella zona di Almeria con moto su rimorchio. Perchè proprio quella zona? Anni fà transitandovi quasi per caso e diretto alle mete cult dell’Andalusia, rimasi sorpreso nel contemplare luoghi quasi sconosciuti in Italia come il Parco Naturale di Cabo de Gata tra mare e monti, il deserto di Tabernas con i suoi Studios, teatro della grande trilogia Western di Sergio Leone ma anche di Indiana Jones di Steven Spielberg oltre a decine di altre celebri pellicole. Non solo, la varietà dei paesaggi, perfetti nastri d’asfalto (con traffico spesso inesistente)  che corrono tra rilievi e altipiani aridi quanto spettacolari. I  tipici “Pueblos Blancos” (villaggi) andalusi adagiati sui fianchi delle montagne, il clima assai gradevole tutto l’anno… e potrei continuare così fino a tediare il lettore, insomma è stato amore a prima vista! Da allora si sono susseguiti diversi viaggi in auto e moto alla scoperta di queste zone che ora come ora posso affermare di conoscere un pò.

Preparativi e partenza: Guidare un auto con rimorchio per 2.000 km. non è cosa da poco, non è nemmeno cosi complesso ma occorre ricordarsi sempre dell’appendice, specie se si è costretti a fare manovra. Se non si è esperti si rischia di rimanere “intrappolati” o ancor peggio di sbattere contro qualcosa. Ecco perchè in fase di preparativi dall’Italia, per le nostre tappe di avvicinamento (due) ho sempre optato per degli Hotel in posizione comoda e vicino all’autostrada. Legare la mia BMW R1200GS Adventure LC sul carrello mi ha posto qualche difficoltà in più del passato quando, con modelli differenti di enduro BMW per lo più, mi bastava “agganciarmi” all’estremità del manubrio, cosa che con l’ultima Adventure della casa bavarese non è possibile per via delle plastiche e serbatoio che interferiscono con questa operazione. Mi rivolgo al mio concessionario BMW che mi procura una specie di bretella con cui avvolgere il cannotto di sterzo e portare così l’ammortizzatore anteriore a fondo corsa. Accessorio con cui la moto viene imballata dalla fabbrica. Tuttavia anche questa soluzione non può rivelarsi risolutiva, infatti i punti di aggancio del mio carrello, non sono quelli presenti nelle casse che la casa adopera per consegnare le moto ai concessionari. Apparentemente una cosa da poco ma che in realtà mi ha ossessionato per qualche mese, temendo di perdere il mio prezioso carico dopo qualche km. di autostrada.

Tra alcuni “colleghi” possessori della mia stessa moto, addocchio una protezione tubolare (Touratech) che protegge il mezzo all’altezza del serbatoio che, ipotizzo, aldilà del fine per cui è stata realizzata, possa rivelarsi utile anche per legare adeguatamente la moto al traino e così sarà!

Partiamo a notte fonda, viaggiando con il fresco. La velocità è limitata e la nostra prima meta sarà alla Jonquera, circa 1.000 km. da casa nostra, sul confine tra Francia e Spagna. In Italia zero traffico e di primo mattino siamo già in Francia. Mi fermo svariate volte a controllare la moto sul carrello e sembra tutto ok… ma no!!! Una delle cinghie a cricchetto che avevo acquistato su Internet qualche giorno prima si sta quasi rompendo! decido così di togliere anche l’altra e sostituirle con quelle tradizionali. Fortuna che me ne sono accorto in tempo anche se, in realtà, la moto era ben fissata anche con altre cinghie di sicurezza.

Il viaggio prosegue ma da metà Francia in poi il traffico è ben congestionato e la previsione di arrivare a destinazione per l’ora di pranzo o poco più va a farsi benedire! Sul confine poi Francia-Spagna è un delirio. Sono gli ultimi chilometri ma avanziamo di pochi metri alla volta e la canicola è opprimente. Esausti raggiungiamo il comodo Hotel Tramuntana dove lasciamo auto e traino+moto nel suo comodo garage.

Il secondo giorno di viaggio è decisamente meglio. In Spagna, se non a ridosso delle città, si trova traffico e così di primo pomeriggio termina anche la nostra seconda tappa presso Benidorm. Lasciate le nostre cose in Hotel abbiamo anche modo di visitarla. Niente di che sia chiaro, passeggiando tra le vie del paese ci imbattiamo in comitive di giovinastri, perlopiù inglesi, che talvolta seminano zizzagna ebbri di alcol tra un pub e l’altro. In realtà a Benidorm vi si trova un pò di tutto, dalle famiglie agli anziani, certo almeno per noi italiani sono ben lontani gli anni dove questa località faceva da richiamo. Tuttavia, passeggiando al tramonto tra le strade della località, scoviamo un belvedere su di un promontorio che separa la parte di levante e quella di ponente della città, il colpo d’occhio è pazzesco! L’atmosfera è ancora più magica per la presenza di un bravo chitarrista che interpreta, in questo contesto, i brani della tradizione spagnola.

Il terzo giorno di viaggio ci vede finalmente arrivare nella nostra destinazione definitiva, Almeria. Esattamente ci troviamo qualche km. fuori dalla città in un Hotel su di una collina ma a poca distanza dal mare.

La scelta è caduta su questa struttura a cinque stelle, un poco decaduta in verità, ma pur sempre con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Bello il contesto con un bel campo da Golf a 18 buche adiacente all’Hotel.

Il sottoscritto con moglie e figlia prendiamo posto in albergo e da qui visiteremo i dintorni alternando visite nelle località più interessanti, e tuffi in piscina.

Prima escursione in moto con Caterina verso il deserto di Tabernas, giusto qualche foto vicino agli Studios e procediamo sulla splendida e semideserta N340a, la direttrice che, prima del boom economico in Spagna e delle nuove autostrade, collegava l’Andalusia al Nord-Est del paese. Superiamo il paese di Tabernas che con la sua Alcazaba in cima alla collina, domina l’intera vallata. Qualche Km. dopo piccola deviazione verso Nord, per visitare la Piattaforma Solare più grande d’Europa. Chiedo anche il permesso per potervi entrare ma occorre fare domanda all’ente preposto e attendere… Riprendiamo la moto e sulla A92 mi dirigo verso Gergal, qui esco dall’autostrada, nel Sud della Spagna sono completamente gratuite, e salgo di quota dirigendomi verso l’osservatorio astronomico di “Calar Alto” a 2.130 Mt. s.l.m. La strada che inizia a serpeggiare tra la Sierra Alhamilla è completamente deserta. Anche qui grandi panorami e silenzio assoluto rotto solo dal borbottare del mio bicilindrico, dopo circa 20 minuti sono in vetta. Le specole che occultano i potenti telescopi sono quattro o cinque e da quassù, osservare i corpi celesti deve essere uno spettacolo. In zona altri edifici atti ad ospitare gli astronomi che vi lavorano.

Ridiscendo a valle fermandomi svariate volte a fotografare tutto ciò che cattura la mia attenzione, poi è un rientro alla base gratificato per il poter guidare la mia moto tra questi paesaggi.

Granada ci attende! Pianificato da casa e da casa ho, provvidenzialmente, acquistato in Internet i biglietti per quella che è, giustamente, considerata una delle sette meraviglie del mondo moderno; L’Alhambra.

Inizio subito con il dire che la nuova autostrada che collega Almeria a Motril e poi da quest’ultima a Granada è, specie in alcuni tratti, spettacolare!!! Vorrei farla percorrere a tutti quegli amici che sostengono che le autostrade sono noiose… Non tutte! Questi due tratti, sopra menzionati, è un susseguirsi di curvoni, viadotti a ridosso del mare o di laghi e dalla costa si sale, sale fino a 900mt. di quota e sullo sfondo la Sierra Nevada con le sue cime di oltre 3.000mt.

Raggiungiamo Granada e un breve tratto di super strada ci avvicina alla nostra meta finale, il Colle della Sabika su cui è posta l’Alhambra. Grandi e comodi parcheggi, ombreggiati, per chi arriva con il proprio mezzo. Niente da dire, in Spagna sanno offrire servizi migliori al turista.

Facciamo il Check in, si perchè quelli acquistati su Internet non sono veri e propri ticket di ingresso. Dall’anno scorso è necessario esibire un proprio documento dagli estremi precedentemente lasciati on line.

Ero già stato qui anni addietro con il fratello in un viaggio in moto per l’Andalusia e come allora sono rimasto affascinato da queste strutture, in particolare il Palazzo Nazaries. A proposito, per chi non fosse mai stato qui e avesse in programma una visita, fate bene attenzione all’orario che avete scelto, questo si riferisce all’ingresso non dell’intero complesso ma alla sua “perla” il Palazzo Nazaries, appunto. Al sottoscritto, parecchi anni fa, ma anche ad alcuni turisti oggi che hanno “cannato” il luogo dove c’è da presentarsi all’ora stabilita, a me come a loro la visita è stata annullata senza possibilità di appello!!! Tenetelo a mente!

Cosa dire dell’Alhambra e del Nazaries in particolare?! Solo che si tratta di un capolavoro di arte e ingegneria assoluta, da non perdere!

Tutto bello, bellissimo e mentre filmo tutto lo splendore che mi passa dinnanzi agli occhi per documentarlo degnamente, un funzionario che all’ingresso aveva vagliato la mia videocamera, dandomi il benestare, mi raggiunge piuttosto trafelato, imbeccato da qualche sorvegliante, per comunicarmi di smettere di filmare, la mia cam è professionale… sono perplesso, aldilà della definizione errata, la cam è una “prosumer” (via di mezzo tra il professionale e l’amatoriale) da casa mi ero letto il regolamento e tutt’al più si parlava di inibizione al treppiede ma nulla più! …Comunque non faccio storie, ripongo via il tutto accontentandomi di quanto immortalato fino a quel momento.

E’ oramai tardi e nonostante il fascino del luogo decidiamo di rientrare sotto una luce e una brezza meravigliosa. Sulla costa abbandoniamo l’autostrada A7 per la vecchia direttrice N-340 che attraversa vari paesini affacciati sul mare ma in realtà luoghi piuttosto spogli e abbandonati.

E i mototuristi??? Pochi quelli incontrati, anzi pochissimi… Mah, i tempi sono proprio cambiati!

Dopo qualche escursione con family in auto a caccia delle spiagge più rinomate, che quest’anno ho trovato più affollate del solito, segno di una ripresa economica in Spagna, programmo una nuova visita ad un tipico paesino ad una sessantina di km. da qui, Sorbas. Edificato su di uno sperone roccioso a ridosso di un piccolo canyon, questo pueblos blancos offre un gran bel colpo d’occhio. Da Almeria lo si raggiunge dapprima attraverso l’autostrada A92, poi all’altezza di Tabernas, si prende la N340a, una bella strada che attraversa parte del deserto di Tabernas, circondata dalle aride alture delle “Sierra”. Anche qui basse casette imbiancate a calce, una piazzetta dove fervono i preparativi per la “Feria”. Sono le otto di sera ma qui il sole è ancora alto e la festa inizierà più tardi. Allora veniamo invitati a visitare un laboratorio di ceramica dove facciamo anche acquisti. Girovaghiamo per il paese filmando i luoghi più caratteristici e rientriamo in Hotel non prima di esserci fermati svariate volte a fare “shooting” sotto la calda luce del tramonto.

Nuova giornata passata a zonzo con la famiglia, rientriamo in hotel, arrivano le 18,00, il richiamo dell’Adventure si fà irresistibile! Pianifico su due piedi una bella escursione in moto e questa è l’ora migliore. Salgo sul mezzo e invece di scendere verso il mare, da cui si diramano tutte le direttrici principali, salgo verso la Sierra Gador a ridosso della struttura che ci ospita. La temperatura segna 30°, vado in jeans, t-shirts e un giubbotto smanicato. La strada sale fino a 1.000mt. di quota lambendo altri paesini, in lontananza il mare. Dopo un parco eolico, il Passo di montagna, la strada inizia a scendere rapidamente in direzione Nord. Si sta rannuvolando… “Ma figurati se piove…” Infatti di li a poco inizia a spiovigginare. “Mer… Anche stavolta ho lasciato l’abbigliamento anti acqua a casa!…” In realtà, una volta scollinato, vedo i nuvoloni più minacciosi ancora più a Nord oltre un’altra catena montuosa, la Sierra Nevada ma che oggi non ho intenzione di affrontare.

Mi dirigo così a Ovest, indicazioni Canyar, Laujar de Andrax, Alcolea. Ragazzi ve lo assicuro, la strada è un sogno!!! Un percorso dal fondo perfetto in un continuo di curvoni, saliscendi e traffico zero! Torna anche il sole, ora basso all’orizzonte. Il suono del motore dell’Adventure si fa cupo, spingo, spingo, ancora, è una goduria! Ad un tratto si apre davanti a me una grande vallata con altri bei paesini che sembrano chiamarti ma si sta facendo tardi, la famiglia mi sta attendendo in Hotel per uscire a cena. Ho ancora un’oretta scarsa, mi fermo e monto la cam sul casco. Sopraggiunge un motociclista indigeno, si ferma e mi chiede se ho bisogno di aiuto…. “Gracias, no todos bien, hombre” e si dilegua. A malincuore lascio questo percorso che, volendo potrebbe portarmi ancora più ad Ovest verso le Alpujarras, i celebri paesini a ridosso del versante Sud della Sierra Nevada che ebbi modo di visitare anni addietro in un viaggio in moto con il mio fratellone. Svolto verso Berja, verso la costa da dove rientrerò alla base e qui il tragitto si fa ancor più spettacolare. Il paesaggio, la luce calda che tinge tutto color miele… Quanto amo la Spagna e l’Andalusia. Mi fermo in contemplazione, osservo questi luoghi, i passanti che hanno tutta l’aria di condurre una vita semplice, non certo in affanno. Anche i più giovani li vedi con già due o tre figli…, quanto è distante il nostro mondo. Ad un tratto mi cade l’occhio su di un particolare della mia moto, degli adesivi del serbatoio che mi ha regalato un’amico motociclista giramondo scomparso da poco, “Ciao Lauro, avrei voluto conoscerti meglio…”  La mia gita procede, una lunga discesa verso il mare e l’A7 ma prima la statale A347 mi regala altri panorami tra gole, dolci e verdi colline sovrastate da cime più brulle. Supero Berja, El Ejido, che sembra un avamposto nord-africano in Spagna, ed eccomi sull’autostrada dove punto su Almeria per compiere il mio periplo. Sulle autostrade andaluse un fenomeno strano, a parte i numerosi casi di persone rimaste in panne con la loro auto, ne ho contate a decine in questi giorni, anche in assenza di traffico o quasi, sono frequenti gli incidenti. Anche oggi, mentre mi accingo a rientrare, un forte rallentamento con la Policia lungo la strada a segnalare uno scontro tra due auto lungo la A7. Supero l’ostacolo e la mia BMW si è guadagnata l’autorimessa dell’Hotel.

Siamo agli sgoccioli, ultimi giorni di vacanza in Andalusia, domani dovrò re-impacchettare ogni cosa e iniziare il lungo viaggio di ritorno verso l’Italia. Con la mia “Endurance”, come ho ribattezzato la mia BMW, non mi sono però ancora diretto lungo la costa, più precisamente quella zona, molto bella paesaggisticamente e tutto sommato ancora abbastanza integra, a Est di Almeria, conosciuta come Parco Naturale de Cabo de Gata. Quando mi ci recai la prima volta, rimasi affascinato dalla varietà dei paesaggi e dai percorsi che vi si potevano affrontare in moto, on e off Road.

Le sue spiagge, come Playa del Monsul, celebre per una sequenza del terzo Indiana Jones, i suoi pueblos come San Jose e Rodalquilar, a ridosso delle montagne tra vecchie miniere d’oro in disuso, altre location cinematografiche e spiagge stupende come “El Playazo” in Agosto, ahimè, ora parecchio battute. Di frequente devo fermare la moto e scattare foto. Anche le temperature sono gradevoli. Ora però, prima del garage dell’albergo, una ripulita alla moto che, a conti fatti, tra le varie escursioni ha percorso oltre 1.000km. Domani ultimo giorno tra nuotate, relax e soddisfazione per aver goduto della mia passione fin quaggiù. Hola!